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Pietro Belotti (1966) vive e lavora a Bergamo. Nel suo lavoro esplora il linguaggio, alla ricerca del momento in cui nasce l’intenzione di comunicare.

Al centro del suo interesse e dei suoi lavori si trova il desiderio di comprendere cosa succede quando un oggetto reale, che possiamo toccare, vedere o esperire con altri sensi, si trasforma in immagine mentale e si fa pensiero. Un passaggio fondamentale, perché rappresenta il momento in cui si prende consapevolezza di un oggetto per la prima volta. Un momento che può essere identificato con il grado zero del linguaggio, ovvero quando si inizia a pensare l’oggetto attraverso dei segni.

Di qui la scelta di muoversi lungo la superficie delle cose e tramite le forme e i segni che su di essa si incontrano. L’indagine si sviluppa così in maniera orizzontale, percorrendo la superficie e incontrando quelle forme che si riveleranno ben presto essere indizi. Perché è a partire da alcuni segni essenziali e originari, ricombinati tra loro, che ha origine il processo umano di significazione.